Serata promossa dal Rotary Club ECLUB 2072 di Bologna, dove l’E sta per elettronico, ovvero un Club dove ci si incontra principalmente on-line.
In questo periodo di pandemia anche noi abbiamo potuto verificare la comodità di questo sistema, nonché la sua forza: il relatore ci parlava da Tripoli, ma era come averlo nel salotto di casa!
Altra particolarità della serata: l’importante presenza dei personaggi centesi: Il presidente del Eclub 2072 è il centese Alessandro Morisi, il relatore della serata il dott. MICHELE ROSSI è centese pure lui. Dopo le presentazione da parte dei presidenti, Alessandro Morisi per Eclub 2072 e Michele Montanari per il Club di Cento, abbiamo conosciuto Michele Rossi. Nato a Cento, ha studiato al Liceo Classico di Cento, si è laureato in scienze della comunicazione alla Università di Bologna, poi dopo un Master a Milano ha vinto un concorso per entrare nel Ministero degli Esteri. Dopo un periodo a Parigi, è stato inviato, come responsabile commerciale, nell’Ambasciata di Tripoli in Libia. L’ambasciata fu poi chiusa nel 2015 per i bombardamenti a causa della guerra fra le fazioni libiche, e riaperta nel 2017. Ad oggi la nostra ambasciata in Libia è l’unica ambasciata europea aperta ed in piena funzione.
Il dott. Michele Rossi ci ha fatto un racconto avvincente della sua esperienza di diplomatico; ci ha raccontato l’importanza che le ambasciate hanno sempre avuto anche nel passato. Sono i punti di incontro fra gli stati, i luoghi dove si dialoga e ci si confronta fra i paesi. Le nostre ambasciate all’estero sono attualmente 128. Ci sono poi anche i consolati che invece sono più dedicati alle questioni pratiche; ad esempio rilascio di visti ed assistenza per gli italiani all’estero. Un aspetto della vita dei diplomatici è che dopo 4 anni stabili in una sede, vengono poi trasferiti obbligatoriamente in un’altra. Ci ha poi parlato dell’importanza della Libia dal punto di vista economico e strategico. La Libia rimane per noi, nonostante tutto, un importante fornitore di petrolio, e di gas tramite un gasdotto che arriva in Sicilia. Il futuro di questo paese, purtroppo per il momento, appare molto incerto.
E’ seguito un interessante dibattito con le domande dei presenti.
Il relatore dapprima ci ha descritto la sua vita quotidiana, chiusa fra ambasciata ed Hotel, protetti dai blindati dei carabinieri, vista la pericolosità del paese. E’ intervenuto il nostro socio Enrico Fava che ha maturato grandi esperienze commerciali con la Libia. Ha venduto le prime linee per la pasta quando c’era ancora il presidente Gheddafi, si trattava direttamente col governo e la situazione era tranquilla; poi ha venduto anche impianti recentemente, ma ora ci sono difficoltà, se non impossibilità, a mandare i tecnici italiani per il montaggio ed il successivo collaudo. Sono stati istruiti in Italia dei tecnici tunisini per insegnargli a fare il montaggio, ma ad oggi gli impianti non sono ancora partiti in produzione.
Si è parlato di tanti altri argomenti: dei pescatori siciliani catturati dai libici di Bengasi, della parte est del paese in guerra con quelli di Tripoli; dei ruoli della Turchia e della Russia che si sono intromessi nel paese; del traffico dei migranti gestito dalle bande locali, che il governo di Tripoli fatica a controllare.
Tanti argomenti che in qualche modo ci riguardano, ed abbiamo potuto apprezzare ed ammirare il lavoro di un nostro compaesano impegnato in un compito così importante ed anche pericoloso.
Al suono della campana virtuale, la riunione con ancora più di 30 presenti è terminata. Primo Zannoni